Le cave di caolino, oggi abbandonate ma utilizzate già in epoca greca, si aprono sul versante occidentale dell'isola, a poca distanza dall'abitato rurale di Quattropani, affacciandosi sui "timponi" (le formazioni più antiche di Lipari, emerse circa 220.000 anni fa). Il sentiero costeggia le pareti della cava, dove antiche fumarole hanno prodotto vistose policromìe, frutto delle alterazioni delle rocce, un campo fumarolico tuttora attivo, che testimonia come l'isola sia ancora oggi interessata da attività vulcanica, e le pareti tufacee di Timpone Pataso, dove si osservano i depositi stratificati che hanno riempito il lago che esisteva intorno a 100.000 anni fa, finendo per includere anche la sua flora ripariale; tra le specie fossili più comuni la palma nana, ancora oggi piuttosto diffusa nella zona tanto da averne ispirato il toponimo (Palmeto). Questo versante dell'isola si presenta ricoperto da estese praterie a barboncino mediterraneo (Hyparrhenia hirta), di grande rilievo paesaggistico; in primavera questi ambienti sono animati dalla vistosa fioritura di molte orchidee spontanee, mentre lungo il sentiero si apre una piccola vasca artificiale che raccoglie le acque di una sorgente termale. La costa è, per buona parte dell'anno, il regno del gabbiano reale (Larus cachinnans) e sulla falesia si possono osservare gli accumuli di ciottoli levigati di un'antica linea di riva, quando il livello del mare era più alto dell'attuale.